Allarme dalla rivista di Mario Giordano, “Panorama”, secondo numero dell’anno, dove un interessante articolo a firma di Davide Gazzanni e Flavia Piccinni, denuncia l’uso smisurato di farmaci anabolizzanti ed altri succedanei più o meno pericolosi, allo scopo di sopperire quel livello stimolante nell’organismo demandato all’attività motoria (spesso esagerata) allo scopo non solo di stare meglio con se stessi ma anche di apparire meglio in un Universo, quello dei culturisti, che alle volte si fa fatica a giudicare per i non addetti ai lavori.
Nel caso “si voglia vincere facile”, con palestre chiuse, in attesa di un post-covid ecco che la chirurgia plastica arriva in aiuto con un intervento di inserimento di una protesi specifica di silicone, più coesiva, di quella mammaria femminile, posta sotto muscolare allo scopo di evidenziare come d’incanto una ipertrofia del tessuto raggiungibile solo con mesi e mesi di attività.
L’intervento si pratica con una piccola incisione vicino all’ascella, in anestesia locale con sedazione profonda, anche in day hospital. La cosa più difficile nella gestione di questi pazienti è di frenarli nell’andare in palestra per un cinque settimane. Sforzi eccessivi possono causare un dislocamento tardivo dell’impianto. E loro, scalpitano, lo sappiamo.