Abbiamo chiesto al prof Daniele Spirito se ci sono novità in tema di protesi al gluteo.
Le tecniche che prendo in considerazione sono sostanzialmente due:
la intramuscolare e la sottomuscolare.
Negli anni passati la sola tecnica in uso era quella sottomuscolare, dava purtroppo un rigonfiamento alto e bello solo con paziente vestito. L’abbiamo praticata solo in casi mirati.
Con l’avvento della tecnica intramuscolare diffusa nel mondo da Raul Gonzalez, i risultati sono stati eclatanti con l’impianto posizionato per intero all’interno del muscolo grande gluteo. La tecnica ha una curva di apprendimento non proprio facile ma i risultati sono veramente buoni. Inoltre la paziente deve collaborare per i primi 15 giorni a fare dei movimenti che non tendano eccessivamente la ferita intraglutea esistente che è sottoposta a trazione.
Sono 10 anni che eseguo questa tecnica con buona soddisfazione.
Negli ultimi anni proprio per facilitare l’apprendimento della tecnica da parte dei giovani chirurghi plastici, si è tornati alla gluteoplastica sottomuscolare ma questa volta con un approccio più sicuro che prevede l’introduzione attraverso due incisioni parallele (per evitare lo stress alla ferita) e posizionando la protesi in profondità anche includendo strutture che prima non erano interessate dalla tecnica. Un chirurgo francese, tale Francoise Petit, ha messo a punto un approccio più “safe” che ci permette di inserire l’impianto con maggiore tranquillità e soprattutto con meno svantaggi nell’immediato postoperatorio.
La differenza tra le due tecniche è sostanziale e avendole praticate entrambi posso concludere che la brasiliana intramuscolare la riservo a persone con un muscolo ben pronunciato, sederi grandi ma non proiettati, mentre la francese è più appannaggio per persone con glutei piccoli come le giovanissime.
Il futuro con impianti sempre più sofisticati è già iniziato, il paziente cyborg è alle porte.